Ricc Sabba per l'opera di Antonella Casazza
"8, a maronna"
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..M'è apparsa a maronna!..
Lo spazio è quello del mega albergo che incute terrore, nuovo castello testimonianza di potere, spazio inodore che con l'arte cerca di nascondere l'oscenità dell'antropocene. Una collettiva, o forse meglio un gruppo di personali: i partecipanti, distribuiti su più piani e più vani, passaggio dall'ascensore alle camere degli avventori, hanno superfici espositive a disposizione superiori a quelle di molte gallerie d'arte. Certo, in galleria esponi sapendo che chi entra, entra per vedere (e forse capire), qui devi realizzare perchè chi passa ti veda, devi attirare l'attenzione e la prima cosa è la dimensione. Antonella Casazza rallegra uno di questi spazi con i suoi giochi, acrilico su tela, lavori piuttosto grandi in uno stile provocatoriamente infantile. Non tutti. L'arte, cioè la cura l'amore l'ispirazione di Antonella, si concentrano ai miei occhi di più in uno di questi: "8, a maronna". Già, perché gioco nel gioco, Antonella qui rappresenta, illustra a suo modo, alcuni numeri della smorfia, napoletana per antonomasia. A mio vedere, l'opera "8, a maronna" è, di quanto presente, l'apice per leggerezza e si distacca e distingue dal gioco degli altri. Al gioco aggiunge una qualità che è grazia. È una delle madonne di una serie di lavori con questo nome, che come l'autrice sono laiche, madonne ma donne. Di tutte solo questa ho visto e mi convince nel segno nella composizione nella misura nell'armonia. Una 'maronna' che si mostra superiore, non ti guarda nemmeno, passa e se ne va.. ma è trattenuta da una rete sottile che la rende terrena e non divina: è in trappola come noi, lei sta di qua.




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a maronna particolare