Giorni un po’ così

Ragazzi e spirito del tempo

Sarà un caso, ma è la terza volta che di recente mi capita di ascoltare pezzi di conversazione di gruppo in cui un ragazzo sui vent’anni giudica Berlusconi, le sue doti e qualità e capacità, in termini di assoluzione, di sostanziale approvazione e perfino di ammirazione e invidia. L’ultima ieri a un tavolo di ristorante tra padre, madre e figlio appunto ventenne. Il ragazzo si è così alla fine espresso: Berlusconi è sicuramente molto spregiudicato e furbo, ma è altrettanto sicuramente bravo, il più bravo di tutti. Molti lo criticano per i suoi comportamenti, ma io dico che in realtà sotto sotto c’è ammirazione e invidia. Al suo posto, pur di ottenere i suoi soldi, il suo potere, tutti quelli che lo criticano farebbero esattamente uguale.

Non so quanto siano statisticamente maggioranza i giovani che la pensano così, certo è che mi ha colpito coglierne in poco tempo tre che in un luogo pubblico non esitano a esprimere, senza remore o giri di frase, opinioni nei confronti del premier in carica di consenso così esplicitamente ammirato. Ma credo proprio, ahimé, che esprimano un comune e piuttosto diffuso sentire. Vale ed è degno di ammirazione, agli occhi di molti dei giovani, o almeno di questi ascoltati, chi vince, comanda, si arricchisce, domina: detto con il linguaggio diretto ed esplicito, sincero e cinico, privo di ipocriti infingimenti come è proprio dei ragazzi. D’altra parte, non si tratta di sensori che riassumono e sintetizzano sbrigativamente quello che in famiglia, sui media, tra i loro compagni a scuola, nei luoghi sociali che frequentano, colgono e ricevono – cioè lo spirito del loro tempo?

Denaro e banchieri – di sinistra e di Dio

Mi sembrano degne di nota due posizioni nel giudizio inaspettatamente convergenti su due figure di banchieri. Si tratta di Alessandro Profumo, defenestrato nei giorni scorsi dal suo ruolo di comando di Unicredit, e di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR, banca del Vaticano. A giudicarli molto positivamente sono: nel primo caso Valentino Parlato, figura politica e giornalista storico del quotidiano comunista il manifesto; nel secondo caso papa Ratzinger in persona. Alessandro Profumo, come è noto a tutti, è banchiere sicuramente capace, avendo negli ultimi anni trasformato una banca nazionale relativamente piccola nell’attuale Unicredit, potente gruppo bancario tra i primi a livello europeo. La sua professionalità di manager e imprenditore è quindi fuori discussione, ma ciò che ha scatenato una tempesta di polemiche tra i lettori, i simpatizzanti, e perfino i redattori del giornale comunista è il giudizio che di Profumo ha dato in un editoriale Valentino Parlato: e cioè banchiere di sinistra. Apriti cielo!

Il papa, d’altro canto, ha manifestato pubblicamente stima e apprezzamento per il presidente dello IOR, pur avendo colui – o proprio per questo? – recentemente ricevuto denunce dalla magistratura per il reato di riciclaggio. La cosa che a me ha in particolare colpito è che sia Profumo che Gotti Tedeschi non si sono limitati a cercare di fare professionalmente e tecnicamente bene il loro mestiere, ma ciascuno ha pure scritto e firmato un libro di riflessioni etiche e morali sul loro mondo: “Plus valori. La responsabilità sociale d’impresa” con Giovanni Moro, il primo (2003, Baldini Castoldi Dalai editore); “Denaro e paradiso” con Rino Cammilleri, il secondo (Piemme editore, 2004) - là dove si sostiene, in particolare, che “la ricchezza non va demonizzata perché la morale cattolica, se applicata con coscienza al servizio della collettività, rappresenta un potenziale vantaggio competitivo”. Insomma, e con sintesi un po’ brutale e sbrigativa: il riciclaggio è meglio se ha anche un turbo etico e religioso…

Di questi tempi in cui l’arte di gestire e moltiplicare il denaro attraverso la finanza creativo-speculativa e le banche mai è stata investita di così violente critiche e polemiche, fa impressione che a giudicare positivamente due figure controverse e chiacchierate di quel campo siano insieme il comunista Valentino Parlato e il papa Ratzinger in persona. “Denaro e paradiso” (denaro è paradiso?) scrive il banchiere ufficiale di santa romana chiesa, allo stesso tempo inseguito da avvisi di garanzia della magistratura per ipotesi di reato pesanti. E viene pure accolto pubblicamente e a braccia aperte dal papa. Mentre Profumo, che scrive trattati di responsabilità sociale d’impresa, viene brutalmente estromesso dalla sua carica da leghisti invidiosi e avidi banchieri tedeschi per le sue troppo grandi e pericolose capacità - per questo apprezzato e definito da Valentino Parlato, punta di lancia di un quotidiano comunista, “banchiere di sinistra”. (Ma non era un famoso poeta comunista a sostenere che il vero reato non è rapinare una banca, ma fondarla?)

Grande è la confusione sotto il cielo, o realmente finanza, banche e gestione del denaro sono oggi oggetto di passioni e giudizi radicalmente opposti, o perfino e paradossalmente da sponde diverse e convergenti, siano esse valutate tecnicamente, eticamente, religiosamente? Chi moltiplica ricchezza e denaro è comunque bravo, come sostengono d’amore e d’accordo cinici e disinvolti ragazzi di vent’anni insieme a ottantenni navigati comunisti e papi – e checché ne dicano giudici occhiuti, comunisti immarcescibili e moralisti intransigenti? Vuoi vedere che l’incompatibilità evangelica tra cammello e cruna è stata finalmente superata, come sostengono d’amore e d’accordo Ratzinger e Valentino Parlato? Il quale ultimo, forse in sintonia con altri opinion maker alla Eugenio Scalfari, sostiene di fatto che l’uomo più adatto a guidare il centro sinistra e il Paese (Alessandro Profumo) è sempre e comunque chi sa far fruttare e gestire bene denaro e risparmio collettivo, purché magari non platealmente compromesso con malaffare, malavita, o segnato da narcisistica patologia ed egolatria così manifesta…

La lezione di un grande e controverso poeta

Da un vecchio libro (ABC dell’economia scritto da Ezra Pound nel 1933 (!), pubblicato da Bollati Boringhieri nel 1994, ripubblicato l’anno scorso), estrapolo e segnalo alcune proposizioni che mi sembrano in tema con quanto finora argomentato.

Lo Stato e il denaro devono essere concepiti come ricchezza pubblica, e non come ricchezza privata.” “Banche e istituti di credito dovrebbero avere per motivazione del loro operato il bene comune, non le manovre a favore di pochi imbroglioni, furfanti o sfruttatori altolocati.” “Laddove l’influenza dei circoli finanziari è troppo forte e incontrollata, la libertà ne soffre.” “Chiunque vende allo scoperto, o specula in Borsa, agisce nella speranza di mettere le mani nelle tasche altrui.” “Un sistema economico in cui è più profittevole fabbricare armi per fare a pezzi gli uomini piuttosto che coltivare grano o fabbricare macchinari utili, è una vergogna e i suoi sostenitori sono nemici dell’umanità.” “Quando c’è quanto basta, bisognerebbe semplicemente dedicarsi a trovare i mezzi e i modi per distribuirlo a chi ne ha bisogno.” “Il privilegio non genera un senso di responsabilità. Singoli individui forse sì, ma il 95% delle classi privilegiate sembra credere che l’interesse principale dei privilegi consista nell’essere esenti da ogni tipo di responsabilità.” ”Una giornata lavorativa più corta ridurrebbe drasticamente il numero dei disoccupati. Molto meglio due ore al giorno in più per oziare, pensare, tenersi in forma, che una giornata di superlavoro e lo spettacolo degradante di milioni di persone costrette all’inattività.” “So per esperienza che si può vivere infinitamente meglio con pochissimo denaro che con molto più denaro e meno tempo. Il tempo non è denaro, ma è quasi tutto il resto.” “Il denaro è un abracadabra, un falso senza reale e rigorosa corrispondenza con i beni esistenti.” “La scienza dell’economia e della finanza è volontà d’ordine, volontà di giustizia ed equità, desiderio di civiltà. Inclusi gli scambi di cortesie”.

Alle prese con gli acciacchi dell’età

Credo infine possa essere simpatico raccontare un piccolo infortunio di cui sono stato vittima nel sottopormi a una risonanza magnetica alla mia non efficientissima vertebrale colonna. Si trattava per me della prima volta, e vi assicuro che, malgrado non soffra di claustrofobia né che in generale sia così impressionabile, il trovarmi infilato dentro un inquietante tubo cilestrino e bombardato da sibili e schiocchi e tonfi come succede solo dentro un cantiere edile ribollente di attività, mi ha indotto in qualche difficoltà. Basti qui dire che per allontanare associazioni ingrate come quella dei minatori intrappolati sottoterra in Cile, mi sono costretto a fischiettare l’ultima canzone, la ventiquattresima, della colonna sonora del film Frida, quella che prediligo di più cantata da Caetano Veloso. E proprio quando l’espediente sembrava funzionare, e cigolii e frastuoni sembravano non così invasivi e quasi del tutto neutralizzati – e la ventilazione insufflata nel mio azzurrognolo siluro arrivava per fortuna abbondante – ecco che all’improvviso il frastuono si zittisce e si spegne ogni barlume di luce. Per bloccare un incipiente attacco d’ansia – della serie: ma che diavolo succede! – mi sono raccontato che la novità doveva sicuramente far parte del percorso della risonanza. Ma dopo una ventina di secondi attoniti e ammutoliti – e intanto anche il rincuorante soffio d’aria più non arrivava – ho captato una serie di imprecazioni irate del medico acquattato nell’attigua stanza. E lì ho capito che ci doveva essere in atto una qualche imprevista faccenda, e pur sapendo di rischiare di apparire fifone, ho d’impulso premuto il pulsante d’allarme - anche perché l’ immagine dei minatori cileni bloccati sottoterra era tornata a irrompere, e la canzone di Veloso era finita. Per fortuna è arrivato il medico che mi ha estratto a spinta dal mio sinistro loculo, e così ho potuto almeno riprendere fiato. Dopo qualche minuto, tornata la corrente, ho potuto riprendere senza altri intoppi l’indagine e completarla. L’esito e la diagnosi, vi rassicuro, segnalano che non ho problemi così seri, ma che mi devo dare una calmata, stare meno tempo a scrivere – per un grafomane, una parola! - e seguire un percorso di tonificante ginnastica.

Tra nuovi ventenni spregiudicati e cinici, ottantenni papi e comunisti disinvolti, e colonne vertebrali dissestate, speriamo bene...

Gian Carlo Marchesini