Una giornata campale

Un sogno, la manifestazione della CGIL, il congresso di Circolo del Pd.

Il mio vecchio amico agrigentino Lillo – 40 anni fa! eppure fisicamente uguale ad allora - mi conduce a bordo di una vecchissima auto, che non si capisce bene come faccia ancora a funzionare, in una vecchia e decrepita sua casa di campagna, che non si capisce bene come faccia ancora a reggere. Con noi ci sono anche i figli bambini – i suoi? i miei?. A tenerci uniti è un legame di condivisione, solidarietà e amicizia quello sì intatto e solido come una volta. Ci siamo rifugiati tutti lì perché il mondo è atrocemente incattivito, ma questo non ci ha tolto l’energia e la voglia di stare bene, proteggerci, reagire.

Poi mi sono svegliato, sono rinato sotto lo scroscio bollente della doccia, mi sono vestito a festa, e sono andato alla manifestazione della CGIL a Piazza San Giovanni. Lì ho incontrato migliaia di giovani studenti, disoccupati e precari, e tanti vecchi come me che non avevano però potuto dormire e sognare perché in viaggio su pullman e treni non così propizi e comodi.

Ora mi avvio alla sede del Circolo del Pd dove si svolge il congresso per il rinnovo del gruppo dirigente, e lì leggerò in pubblica adunanza il piccolo intervento, indirizzato al segretario uscente, che ho scritto e che di seguito riporto.

Caro Dino, nell’incipit del documento tuo e del tuo gruppo rivendichi “il dialogo e l’apertura come metodo di lavoro e modello di crescita”, ma poi confermi che anche nel nostro romano Municipio il trend degli ultimi risultati elettorali per noi non è stato positivo. D’altra parte, proseguendo, affermi che per porre fine a questo trend negativo “bisogna ricostruire il rapporto con il nostro territorio”. Ottima e condivisibile intenzione: ma non è anche conferma che negli ultimi anni c’è stato un parziale ma reale nostro regresso? Non è questo un giudizio che ricade sulle responsabilità e sul lavoro del Circolo che hai fino a oggi coordinato?

Rispetto poi alle tue affermazioni sul fatto che nel Circolo ogni componente e ogni singolo hanno potuto trovare spazio e ascolto: va benissimo, ma non credi che forse valesse e valga la pena, da parte di un gruppo dirigente, di organizzare e orientare un dibattito sul perché di tante diverse componenti e posizioni, e sul come fare per portare, attraverso un percorso di confronto aperto e anche aspro, a una superiore sintesi, a una identità di forza politica organizzata più netta, convincente, condivisa? Non credi che anche questa frammentazione - non sempre comprensibile sul piano delle diverse declinazioni di principi e valori, forse di più su quello della logica del presidio e della divisione dei poteri - sia all’origine dell’arretramento elettorale recente, del distacco e della disaffezione, dalla politica e dal Pd, della gente che spesso è indotta a chiedersi: ma quanti partiti ci sono dentro il Pd? Non sarà il caso di passare dal Circolo come sede teoricamente aperta a chiunque (comitati elettorali, gruppi e componenti) , a una sede organizzata come laboratorio dove si va per conoscere, capire, crescere insieme, portare bisogni e uscirne meglio attrezzati di idee e proposte? E non è così che chi vive e opera sul territorio, e lo vuole migliorare, capisce che può trovare nel Circolo un luogo consonante e ospitale?

Per quanto mi riguarda, il gruppo a te alternativo è nato, trasformandosi in idea, progetto e lista, proprio come espressione di questa esigenza/esperienza. E dove sta l’amarezza: nel fatto che non pochi si sono riconosciuti in questa iniziativa, raccogliendosi attorno alla nuova proposta? Ma non è questo segnale di vitalità, energia e voglia di ripartenza del tutto politicamente sana, così come tu pure in alcuni passaggi del documento auspichi e rivendichi? Allora, caro Dino, per quanto mi riguarda, la contrapposizione non è tra “liberi e forti” da un lato e “grigi burocrati delle correnti” dall’altro: ma tra chi ha ritenuto necessario farsi promotore e dare una mano perché il Pd inverta la rotta , risalga la china e proceda più spedito nella direzione giusta, e chi si attarda a soffrire tutto ciò come sgarbo personale e affronto. (Ma da lunedì, comunque vada il congresso, si ricomincia a lavorare tutti insieme, non è vero?)

Con fraterna amicizia, tuo

Gian Carlo Marchesini