Johann Sebastian Bach, i King Crimson, Slavoj Zizek, Leonardo. Buone Feste!

A chi mi legge con qualche attenzione, confido che di questi tempi piovosi, deprimenti e bui costituisce per me grande gioia attingere ad alcune artistiche e culturali fonti. La prima è Bach, il grande Johann Sebastian: tutto, ma in particolare la musica per organo e, al suo interno, la Passacaglia. In secondo luogo, sempre in fatto di musica – e spero mi sarà perdonato l’eclettismo –, In the Court of King Crimson: in particolare il brano 21st Century Schizoid Man, che ho riscoperto come un capolavoro assoluto della musica rock. E infine, il pensiero intellettualmente potente e abrasivo di Slavoj Zizek, in particolare i materiali per la rivoluzione globale del suo In difesa delle cause perse (Ponte alle Grazie editore). E al suo interno, il capitolo “Il mito ideologico della famiglia” nel quale il filosofo di Lubiana analizza e smonta il monumentale edificio eretto nel tempo alla coppia attraverso una strepitosa lettura critica dei film di grande successo sfornati nel tempo da Hollywood, e non solo.

Ognuno ha i suoi apici e vertici, i suoi estatici godimenti. Ragazzi, credetemi: Johann Sebastian Bach, i King Crimson e Slavoj Zizek sono per me in questi giorni il meglio. In cambio della dritta pretendo ovviamente un consiglio e un baratto. Non vorremo mica trascorrere le feste alle prese con la mefitica tele, una pioggia che inquietante e ossessiva insiste, e le quotidiane pirlate accascianti del nonno di Arcore – e la scoperta delle altrettanto accascianti pirlate dell’altro ieri del leader Maximo...

Poi, volendo allungare di qualche poco il raggio, consiglierei di questi giorni, per chi si trova a Roma, una puntata a Piazza del Popolo per fare due visite: la prima alla mostra dei 100 presepi. Voi direte: ancora! Ma questa io ve la suggerisco non per ammirare i presepi, alcuni dei quali comunque originali e belli. Ma solo per osservare – senza farsi troppo notare: di questi tempi… - le facce rapite e le mille espressioni entusiastiche dei bambini: dove altrimenti trovare la magnificenza rutilante di stupore e sorpresa, rapimento e allegria, estasi contemplativa così manifesta? Quello è il vero presepe numero 101, quello infonde la fiducia e la speranza di una possibile per l’umanità nuova nascita.

Lì vicino c’è l’ingresso alla mostra Il genio di Leonardo. Pagati 5 euro – se siete come me over 65 – vi trovate riprodotte e spiegate sotto gli occhi 55 macchine escogitate da quel genio rinascimentale, in praticamente tutti i campi e le dimensioni: per andare sopra l’acqua e sotto, per volare, per sollevare pesi e scaraventare macigni, per misurare e smuovere, costruire e devastare. Compreso il famosissimo plastico della Città ideale, che nella sua struttura ripropone tutte le parti e le funzioni del corpo umano: quelle nobili e quelle sotterranee indispensabili allo scarico fognario. Insomma, un genio rinascimentale veramente universale. Poi però, leggendo su un tabellone finale la sua sintetica biografia – Leonardo è morto a 67 anni – incapperete in un inciso con questa notiziola: a 26 anni il genio ha subito insieme ad altri un processo per essersi intrattenuto in rapporti sessuali con un diciassettenne. Ohibò: sarà Leonardo passato alla storia quale genio universale malgrado questo, o anche per questo? Dite che sono un poco malizioso? Sapete, siamo in un clima di grande festa…

Gian Carlo Marchesini